L'Opinione

Cavallerismo esoterico nello spazio rumeno. Considerazioni generali.

di Antoniu Martin – (storico e analista politico rumeno, specializzato nella storia recente e geopolitica) –

(Tv7 Avellino) – Romania, 7 ago 23 – Grazie ad alcuni ricercatori di storia medievale, è stato possibile ricostituire in linee generali il percorso di alcuni ordini iniziatici di origine occidentale nello spazio romeno. Se fino a poco tempo fa si sapeva della presenza e del ruolo dell’Ordine dei Cavalieri Ospitalieri in quest’area geografica, così come del breve episodio teutonico qui nel XIII secolo, lo stesso non si poteva dire della presenza dell’Ordine dei Cavalieri Templari. Recenti scoperte hanno portato alla luce aspetti estremamente interessanti legati alla presenza di questo potente e controverso ordine nella regione della Transilvania.

Se si fosse intuita, seguendo una logica pragmatica, l’esistenza di una Comanderia Templare nella zona aurifera dei Monti Apuseni – essendo i Templari noti depositari di importanti tesori auriferi -, forse non ci si sarebbe aspettati di assistere all’individuazione di Comanderie di questo ordine nell’ambiente urbano della Transilvania. Inoltre, alcune decifrazioni dagli interni di alcune chiese hanno evidenziato non solo l’esistenza di una o più Comanderie templari ma anche – aspetto estremamente interessante – una certa filiazione tra l’Ordine dei Cavalieri Templari, l’ordine dei Rosacroce e anche la Massoneria speculativa.

Non sbagliamo quando affermiamo che, durante il periodo medievale, nello spazio romeno, più precisamente nella regione della Transilvania, un’importante eredità iniziatica dell’Ordine dei Templari fu raccolta e proseguita da un altro ordine altrettanto importante per l’area dell’Europa centrale, cioè l’Ordine del Drago. Probabilmente l’ordine cavalleresco medievale più famoso e affascinante della Transilvania era quello del Drago, fondato nel 1408 dal re Sigismondo di Lussemburgo. Nel suo simbolismo ci sono elementi interessanti dal punto di vista esoterico: il drago avvolto a forma di un cerchio e sulla sua schiena c’è la croce rossa di San Giorgio su uno scudo bianco. Esegeticamente, il simbolismo vuole trasmettere che l’universo spirituale non dovrebbe essere visto in modo dualistico, ma integrativo.

È noto che il drago che si mangia la coda è un simbolo antico, che rappresenta l’unità primordiale, il ciclo infinito del tempo e dell’universo. Vi è ampia evidenza dell’importanza attribuitagli dagli alchimisti medievali come rappresentazione della trasformazione e trasfigurazione.

Dal punto di vista delle attuali interpretazioni, si può ritenere che queste cavallerie esoteriche sopra presentati abbiano svolto un ruolo determinante nella cristallizzazione e nell’identità delle società iniziatiche che seguirono, appartenenti all’età moderna: il Rosacrocianesimo e la Massoneria Speculativa.